
Informazioni
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Un tesoro nascosto all’interno di una piccola comunità
Esplorando il fascino di una piccola pieve ricca di arte e storia
L’attuale parrocchia di San Pancrazio è nata dall’unione di due comunità: Ancignano e Soella. La chiesa venne costruita e consacrata nel 1531, tuttavia è noto che il complesso fosse più antico, si parla del XIII secolo circa. Grazie ad una lapide posta sulla facciata della pieve siamo consapevoli del fatto che nel 1706 la struttura fu ampliata, sotto la cura del parroco Don Pace Miotti che ritenne necessari i lavori dato l’aumento dell’afflusso di fedeli. Risale poi al 1713 l’altare maggiore intitolato a San Pancrazio, ai piedi del quale nel 1723 venne inumato il parroco Miotti. Lateralmente si scorgono poi due altari marmorei dedicati alla Beata Vergine del Rosario, all’interno de quale è conservata la reliquia della Santa Croce, e alla Madonna della Consolazione.
L’esterno
Il complesso parrocchiale si dispone lungo via Chiesa e si presenta con una semplicità che però non deve trarre in inganno. La navata è rivolta verso levante, la pianta è rettangolare, la copertura a capanna, il frontone presenta delle cornici aggettanti tre piccole guglie alle estremità sormontate da croci. Alla sommità del portale d’accesso è scavata una nicchia non molto profonda al cui interno è affrescato il santo patrono in veste militare con in mano un vessillo e la palma del martirio. La decorazione della facciata tende ai toni del rosa e dell’ocra rossa, alla base è affrescato un finto zoccolo su cui si posano delle colonne con capitello corinzio anch’esse fittizie e con un motivo che viene ripreso anche sulle due colonne poste al principio delle pareti laterali. Tali ornamenti reggono un frontone al centro del quale spicca la stella a sei punte simile a quella che porta sul petto sant’Agostino dipinto ai piedi della Madonna della Consolazione.
L’interno
Entrando ci rendiamo conto di come l’ambiente sia raccolto ed intimo, quasi associabile ad un oratorio piuttosto che ad una parrocchiale. Alzando lo sguardo verso il soffitto è possibile contemplare le vite dei santi contenute in specchiature polilobate e sagomate a stucco, bordate d’oro in una volta controsoffittata e curvilinea. Il primo episodio è dedicato al martirio di San Marco, segue san Pancrazio che contempla la Gloria dei Cieli e infine Pancrazio costretto a sacrificare agli dei. Osservando la navata si possono notare delle croci dedicatorie emerse con l’ultimo restauro, cinque per lato a cui se ne sommano altre due ai lati dell’arco che introduce al presbiterio. La navata è poi illuminata da sei vetrate che riprendono la nicchia di san Pancrazio della facciata nella forma e che rappresentano i quattro evangelisti e i relativi simboli, mente nel presbiterio sono presenti le scene della Crocifissione e della Resurrezione. Durante i recenti lavori di restauro sono inoltre emerse cinque antiche sepolture, tre delle quali antecedenti al 1806. A conclusione della navata si trovano i due altari minori, quello della Madonna della Cintura e quello della Madonna del Rosario. Il primo, collocato sulla sinistra, è composto da una struttura marmorea che comprende una mensa con paliotto a forme geometriche e marmi policromi, una pala centrale, di Giuseppe Pupin, incorniciata da una coppia di colonne composite riprese lateralmente da due lesene, in alto si trova la trabeazione il cui architrave segue la forma curvilinea della pala, al centro il blasone nobiliare e in alto il fastigio con l’iscrizione dedicatoria. Il secondo, dedicato alla Beata Vergine del Rosario, presenta le medesime dimensioni e materiali del precedente. Sopra la mensa si ergono due colonne corinzie che incorniciano una nicchia con la statua della Madonna con Gesù Bambino, del XIX secolo, contornata da quindici formelle raffiguranti i misteri del rosario. Più in alto si trovano due angeli posti ai lati della colomba dello Spirito Santo. Accanto all’altare si trova infine un crocifisso ligneo consumatosi nel tempo, mentre lateralmente rispetto a entrambi gli altari minori e al leggio nel presbiterio vi sono delle cornici in pietra e marmo con una porticina dorata per conservare gli olii santi.
Il presbiterio
Tra gradini di marmo rosso conducono all’area presbiteriale dove, a ridosso della parete di fondo, è collocato l’altare maggiore rialzato a sua volta tramite altri tre gradini in rosso di Asiago. La mensa è caratterizzata da un paliotto realizzato tramite un pregiato lavoro si marmi policromi e al centro spicca un ostensorio raggiato. Sopra la mensa si eleva il tabernacolo a tempietto, con colonnine marmoree, un crocefisso nella piccola nicchia centrale e il simbolo cristiano del pesce nella porticina. Lateralmente ad incorniciare la pala quattro colonne corinzie che sorreggono una trabeazione sovrastata da una cornice con angeli e cherubini che lasciano spazio al centro per il cimiero con medaglione che testimonia come don Pace Miotti abbia rinnovato e ampliato la pieve. Al centro dell’altare spicca una grandiosa pala realizzata da Antonio De Pieri raffigurante San Pancrazio, San Marco e la Vergine sorretta dagli angeli, realizzato nel secondo decennio del XVIII secolo. Il soffitto del presbiterio presenta una volta a crociera con al centro una tela ovale raffigurante il Sogno di Giacobbe, mentre nei cartigli ai lati si leggono delle citazioni dalle Sacre Scritture.
La cappellina invernale
Accanto alla sacrestia si apre un piccolo ambiente che funge da cappellina invernale. Sulla parete di fondo si scorge il rilievo lapideo che un tempo era posto sopra la porta d’ingesso della chiesa, l’opera rappresenta cristo morto deposto nel sepolcro e si tratta di un’opera quattrocentesca. Sempre in questo luogo è osservabile un più moderno altare lapideo raffigurante la Cena in Emmaus, opera di Natalino Sammartin.

Fotografia di F. Rizzo

Fotografia di F. Rizzo

Fotografia di F. Rizzo