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Un Gioiello Neogotico nel Cuore di Sandrigo
Esplorando l’Eleganza Religiosa e Artistica di un Santuario Cinquecentesco
Nel cuore di Sandrigo sorge uno straordinario esempio di recupero dell’architettura gotica nel periodo romantico, l’oratorio Trissino, dedicato all’Assunzione di Maria Vergine. L’antico oratorio, commissionato dal canonico pontificio Serrano Trissino nel 1610, in origine corrispondeva solamente all’attuale navata, infatti la sacrestia venne aggiunta successivamente e nel corso dell’Ottocento il complesso venne completato con il protiro sulla facciata, decorato con colonnine marmoree di epoca quattrocentesca. Dalle fonti settecentesche sappiamo che l’oratorio custodiva al suo interno tre altari, il maggiore aveva una tavola di Alessandro Maganza che rappresentava l’Assunzione. I due laterali invece erano dedicate a san Carlo e ai santi Francesco e Savina. All’interno dell’edificio erano inoltre presenti numerose reliquie di martiri e si celebrava la messa nei giorni dei rispettivi santi. Verso la fine dell’ottocento la villa omonima venne venduta ed iniziò un lento periodo di degrado per la chiesetta. Nel 1913 essa passò alla parrocchia di Sandrigo fino al 1960 con il passaggio di proprietà al comune che la volle dedicare alla memoria dei caduti.
Esternamente l’oratorio presenta una decorazione in bianco ed ocra realizzata imitando i mattoni veneziani disposti in sequenze romboidali, lateralmente si osservano poi delle finte bugne a punta di diamante. Nel timpano è visibile lo stemma dei Trissino sul petto dell’aquila imperiale asburgica. Il protiro è costituito da tre archi a sesto acuto sorretti da colonne in marmo veronese, sono inoltre ancora presenti gli scudi della famiglia Sesso e l’impresa araldica di Gian Giorgio Trissino. Il tutto è completato dalla scritta dedicatoria ai caduti che si trova in corrispondenza dell’architrave dell’ingresso.
L’interno è scandito da una decorazione neogotica che divide le pareti in una serie di archi trilobati e si compone di tessere policrome che ricordano dei marmi. Il soffitto voltato a botte presenta una fitta decorazione con una successione di piccoli rosoni circolari. L’altare è un blocco di pietra dei Berici, presenta un paliotto suddiviso in tre settori in marmo policromo, mentre sopra la mensa è posto un tabernacolo dietro il quale si apre un finestrone trilobato da cui si scorge una pala posta sulla parete di fondo. Tale pala, di fattura ottocentesca, è opera del pittore Pietro Pauletti e raffigura L’Assunta con i santi Carlo, Francesco, Giorgio e Savina. La forma gotica dell’apertura è poi ripresa dai due accessi laterali che conducono alla piccola sacrestia retrostante, caratterizzata dal pavimento in cotto. Ultimo, ma non per importanza, il pavimento della navata e del coro battuto alla veneziana, che prevede un’alternanza di losanghe alternate bianche e nere. Al centro si trova poi la lastra tombale in marmo rosso che ricorda il conte Antonio Trissino.


